Nel 1788, i coloni britannici affermarono che i paesaggi dell’incontaminata Australia erano dominati dal silenzio. Secoli dopo, Jay-Dea López li smentisce, registrando in presa diretta ciò che avrebbero potuto ascoltare di notte all’interno della foresta pluviale tra grilli, cicale e pipistrelli della frutta. Di fronte l’eccidio degli aborigeni, l’unico, triste silenzio diviene così soltanto quello della storia. “The Great Silence” (2013), pubblicato dall’ungherese 3LEAVES, oltre il dominio del naturale.