Quattro fratelli vivono con la madre cieca in una vecchia villa in provincia di Piacenza. Augusto (Marino Masè), il maggiore, conduce una vita triste e ipocrita, Leone (Pier Luigi Troglio) è handicappato, Alessandro (Lou Castel) soffre di epilessia ed è molto legato a Giulia (Paola Pitagora). Le ristrettezze economiche ostacolano la realizzazione dei sogni del fratello minore. Alessandro elimina il genitore e, durante il funerale, confessa il delitto a Giulia. Neppure l’incontro con una prostituta e l’interesse che cerca di suscitare in una ragazza lo sollevano dal suo stato di scontentezza e di solitudine. Quando Alessandro uccide anche Leone affogandolo nella vasca da bagno, Giulia, sconvolta, cade lungo le scale e rimane invalida. Augusto vorrebbe lasciare la villa, ma Alessandro lo ricatta, rivelandogli la verità. Durante uno dei suoi stati di esaltazione, quest’ultimo è colto da un attacco epilettico. Giulia ignora le ripetute invocazioni d’aiuto del fratello.
Descrizione
Un attacco al potere. Rabbia contro la famiglia, il cattolicesimo e le altre colonne portanti della borghesia italiana. Rifiutato dalla Mostra di Venezia, e costruito con materiali autobiografici, “I Pugni In Tasca” (1965) è il crudele esordio di Marco Bellocchio alla regia. Simbolo di una nuova generazione e di una sorta di ‘immaturità’ quale rivendicazione di una diversità. Un’opera che, a distanza di oltre cinquant’anni, conserva intatta la propria modernità e carica corrosiva, in linea con la lezione neorealista. Un film in equilibrio tra adesione e distacco dalla folle lucidità del protagonista: il cineasta prefigura così umori sessantottini come l’amore e l’odio nei confronti dei propri genitori, l’entusiasmo per la vita e un’attrazione nei confronti della morte, il furore impotente e la violenza profanatoria, oltre a quella strisciante rassegnazione di chi è confinato in una claustrofobica provincia senza speranza e, paradossalmente, ne diviene l’incarnazione.
Musica
I vocalizzi di Maria Rigel Tonini tra le costanti della colonna sonora di Ennio Morricone, stampata per la prima volta in vinile dalla Dagored. Il compositore ha creato raffinati suoni rarefatti e quasi magici, talvolta misteriosi e ossessivi, da associare alla voce del soprano in orbita RCA, per commentare l’atmosfera di amore e morte. Una manciata di note, alternativamente di arpa, campane, celesta e violini, lo sfondo di brani quali I Pugni In Tasca, Chiuso Nel Bagno, Stranissimi Giochi, Non È Un Dramma, I Pugni In Tasca (Finale), mentre I Pugni In Tasca (#2) offre all’ascoltatore una drammatica variante per archi, introdotta dal clavicembalo. Quattro le vie di fuga ‘alternative’ tra i solchi de “I Pugni In Tasca (Fists In The Pocket) (Original Soundtrack)” (2015): I Pugni In Tasca (Lounge Music #1), I Pugni In Tasca (Lounge Music #2), I Pugni In Tasca (Lounge Music #3), I Pugni In Tasca (Lounge Music #3) e I Pugni In Tasca (Twist) addolciscono la vicenda.